Titolo: Una storia quasi perfetta
Autore: Mariapia Veladiano
Pagine: 237
Editore: Guanda
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Recensione di “Una storia quasi perfetta”
Lui è il cinico seduttore titolare di uno studio di design per la moda, lei, Bianca, è un’artista colta e raffinata, che insegna discipline pittoriche in un liceo artistico.
Un giorno i loro destini si incontrano, quando Bianca si reca nel suo ufficio per presentargli i suoi splendidi dipinti che raffigurano fiori e piante. Sono tavole dai colori meravigliosi, sgargianti, avvolgenti, che rapiscono immediatamente il cinico titolare dell’azienda.
“Non riusciva a fermarsi su una tavola. Erano straordinarie, in tutti i sensi singolari, bastava uno sguardo per capirlo. Talmente sorprendenti, nuove, non ricordava qualcosa che lui conoscesse. Sembrava che non si fosse ispirata a niente di già visto”.
Lui resta stregato, ma decide di “prendersi” non solo i dipinti ma anche l’artista. Da seduttore incallito quale è riesce facilmente ad ammaliare la candida Bianca, che cede alle sue lusinghe per un bisogno sincero d’amore.
Inizia così il corteggiamento che vede coinvolti due soggetti che non potrebbero essere più diversi tra loro. Lui è freddo, presuntuoso, abituato a piacere e piacersi, che ha conquistato e abbandonato decine di donne bellissime. Questa volta però si ritrova in una situazione del tutto nuova: Bianca non è come tutte le altre donne che ha frequentato, ma è colta, disinteressata, sincera.
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Inoltre Bianca non ha nulla da perdere, ha già un lavoro, quello di insegnante, e per lei l’arte è una vera e propria passione. Lui invece è letteralmente ossessionato dai dipinti di lei e dal successo che porteranno all’azienda, ed è proprio questo l’unico motivo che lo spinge seppur inizialmente verso Bianca.
“Una storia quasi perfetta” non è il solito romanzo d’amore. Mariapia Veladiano, di cui ho già apprezzato il primo romanzo “La vita accanto”, descrive da due punti di vista opposti una storia di seduzione, che coinvolge in maniera diversa due soggetti. Lui, che non ha neanche un nome, ottenuto ciò che voleva, sparisce, mentre Bianca sprofonda nel dolore, rivivendo nuovamente l’abbandono già conosciuto dopo la tormentata storia d’amore con il padre di suo figlio Gabriele.
Nonostante ciò chi potremmo dire che chi “vince” è sempre Bianca. Ed infatti la ragazza, dopo aver metabolizzato l’abbandono, ritorna alla sua vita, mentre lui, seppur inizialmente sollevato per aver comunque ottenuto i dipinti, realizza la storia che avrebbe potuto vivere e la purezza dei sentimenti di Bianca.
Mi hanno stupito le descrizioni dettagliate e minuziose che l’autrice fa degli ambienti in cui si svolge la storia e che rendono perfettamente l’idea della diverse personalità dei protagonisti del romanzo. La casa di Bianca è circondata da un giardino meraviglioso, in cui coesistono tante specie di piante e fiori, tutte in armonia tra loro e di cui la stessa Bianca si occupa. Quest’atmosfera magica, a tratti eterea, che si respira nel giardino di Bianca fa da contrasto al tetro ufficio in cui lui trascorre gran parte della sua giornata, in cui è tutto nero e l’unico colore presente è il rosso della sua poltrona.
Assolutamente consigliato!
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