Un inno alla vita e un elogio alle bellezze della natura tratto da “La ragazza delle arance” di Jostein Gaarder:
“…guarda il mondo Georg prima di assimilare troppa fisica e chimica. In questo momento grandi mandrie di renne avanzano nel forte vento dell’altopiano dell’ Hardangervidda. Sull’Ile de la Camargue, tra i due bracci del fiume Rodano, migliaia di fenicotteri di colore rosso fiammante stanno deponendo le uova.
Mandrie ammalianti di gazzelle slanciate saltano come per incantesimo per la savana africana. Migliaia di migliaia di pinguini reali vociano su una spiaggia ghiacciata dell’Antartide, e non se la passano male, a loro piace stare lì. Ma non è solo il numero che conta. Un alce solitario e riflessivo fa capolino da un bosco di abeti al confine con la Svezia. Un lemming solitario sta sgattaiolando tra le assi della cabina a Fjellstolen. Una foca paffuta si tuffa con una spanciata da un isolotto vicino a Tonsberg.
Non venire a dirmi che la natura non è una meraviglia! Non venire a dirmi che il mondo non è una favola! Coloro che non l’hanno capito forse ci arriveranno solo quando la favola starà per finire. In quel momento viene data un’ultima occasione per togliersi i paraocchi e un’ultima opportunità di sfregarsi gli occhi dallo sbigottimento, un’ultima possibilità di abbandonarsi a questa meraviglia alla quale si sta per dire addio e che si sta per lasciare…“