Titolo: Finchè il caffè è caldo
Autore: Toshikazu Kawaguchi
Pag.: 177
Editore: Garzanti
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“Finchè il caffè è caldo” è un libro recentemente pubblicato da Garzanti, che ha già venduto oltre un milione di copie.
Nel romanzo si alternano, incrociandosi tra loro, le storie di una coppia di trentenni in carriera, di un giovane malato di Alzheimer precoce e sua moglie, di una coppia di sorelle e di una giovane donna incinta che non sa se e quando riuscirà a conoscere il bambino che porta in grembo.
A fare da sfondo alle avventure dei protagonisti è una storica caffetteria di Tokio, dove con un semplice gesto gli avventori possono tornare nel passato.
Attenzione però! Ci sono una serie di regole da osservare:
1) si possono rivivere esclusivamente momenti vissuti in quella caffetteria;
2) si può viaggiare nel tempo solo se ci si siede su una determinata sedia e da lì non ci si alza mai;
3) non bisogna far raffreddare il caffè servito dal personale prima di iniziare il viaggio e berlo finchè è caldo;
4) il viaggio nel tempo non cambierà il presente.
A rendere ancor più complicato il tutto è la presenza nel locale di una donna fantasma che siede quasi tutto il giorno sull’unica sedia da cui è possibile “iniziare” il viaggio nel tempo.
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Toshikazu Kawaguchi riesce ad emozionare i lettori come pochi sanno fare, toccando temi cari un po’ a tutti noi.
Chi non vorrebbe ritornare indietro nel tempo e rivivere momenti della propria infanzia, attimi non goduti a causa dei troppi impegni, chiacchierare anche solo per qualche minuto con un parente defunto, o ancora esprimere sentimenti ed emozioni a lungo celati?
“Finchè il caffè è caldo” ci da la possibilità di riflettere sul valore inestimabile del tempo, sui momenti mancati e sull’importanza di vivere intensamente ogni istante della nostra vita.
Troppo spesso pensiamo che ci sia sempre tempo per rivelare i nostri sentimenti alla persona amata o per recuperare il rapporto logorato con un familiare, ma poi lo scorrere incessante degli eventi ci rivela che è troppo tardi. Ed è proprio questo che succede alla giovane Hirai, che, spavalda e sicura di sé e delle proprie scelte, evita in tutti i modi di confrontarsi con sua sorella, salvo poi rendersi conto dei propri errori solo dopo la morte della sorella.
Un altro aspetto a mio parere che contribuisce a non rendere banale il racconto è l’impossibilità, per chi torna indietro nel tempo, di cambiare il presente.
“Il presente non era cambiato, ma quelle due persone si. Kotake e Hirai erano tornate nel presente con il cuore trasformato”.
Da questa frase capiamo che lo scopo dei viaggi nel tempo non è cambiare il corso degli eventi, bensì il modo in cui le persone si pongono di fronte agli stessi.
“Kazu è ancora convinta che, se vuole, la gente troverà sempre la forza di superare tutte le difficoltà che si presenteranno. Serve solo cuore. E se quella sedia ha il potere di cambiare il cuore delle persone, di sicuro un senso deve averlo”.
In “Finchè il caffè è caldo” Toshikazu Kawaguchi tratta con semplicità e naturalezza temi complessi e lo fa con uno stile delicato e fluido che riesce ad emozionare il lettore in maniera davvero unica.