Titolo: Il parrucchiere di Auschwitz
Autore: Eric Paradisi
Pag: 206
Editore: Longanesi
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Recensione de “Il parrucchiere di Auschwitz” di Eric Paradisi
Maurizio è un giovane barbiere ebreo che lavora nel negozio di suo padre, nella Roma stravolta dalla seconda guerra mondiale e dalle leggi razziali.
Una notte le SS fanno irruzione nel ghetto di Roma e portano via centinaia di ebrei, tra cui l’intera famiglia di Maurizio. Il giovane viene risparmiato solo perché si trova a casa della sua fidanzata Alba.
Da quel momento Maurizio vivrà nascosto a casa di Alba, dove, nonostante il dilagare incessante della guerra, i due vivono in un microcosmo tutto loro, fatto di amore, passione e semplici rituali.
La loro storia d’amore viene però spezzata in una terribile mattina di primavera, quando una squadriglia fascista fa irruzione in casa e arresta i due giovani. Alba finisce in prigione e Maurizio viene deportato nel terribile campo di prigionia di Auschwitz, dove conoscerà gli orrori della guerra e la follia nazista.
Grazie alla sua abilità nel maneggiare forbici, pettine e rasoio Maurizio verrà apprezzato come barbiere anche dai gerarchi nazisti che dirigono il campo.
Una volta terminato il conflitto il destino, fino a quel momento così crudele, concederà a Maurizio una seconda possibilità: a migliaia di chilometri dalla sua città d’origine Maurizio potrà finalmente ricominciare a vivere, mettendo in pratica tutti gli insegnamenti ricevuti da suo padre.
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Raccontato dalla voce narrante di Flor, nipote di Maurizio, “Il parrucchiere di Auschwitz” catapulta il lettore direttamente nel campo di concentramento in cui il protagonista è rinchiuso.
Il libro tiene il lettore col fiato sospeso, perchè la vita di Maurizio è sempre appesa ad un sottilissimo filo. Grazie alla sua destrezza con forbici e rasoio egli diventa una sorta di prigioniero “privilegiato”, in quanto barbiere personale dei soldati tedeschi. Egli esegue il suo incarico con freddezza e lucidità, sa che non può sbagliare il suo lavoro e soprattutto sa che la sua vita è rimessa al gusto personale degli stessi soldati, che possono non apprezzare un taglio di capelli e un rasoio troppo tagliente.
Per quanto impegnativi, ho letto e continuo a leggere i libri che raccontano l’Olocausto. Sono sicuramente difficili per le tematiche trattate, ma trovo che sia importante, soprattutto per i più giovani, leggerli per tenere viva la memoria.
“Il parrucchiere di Auschwitz” però, oltre a descrivere con estrema chiarezza la follia naziste e i sentimenti di paura che hanno afflitto gli ebrei, trasmette a mio parere anche un messaggio positivo. Questo romanzo ci insegna, infatti, che, dopo aver conosciuto l’inferno, è possibile ricominciare a vivere e continuare a coltivare i propri sogni.