Il pianeta Terra visto con gli occhi del Piccolo Principe.
Uno dei capitoli che preferisco de “Il piccolo Principe” è il XVI!
Parlo del capitolo in cui Antoine De Saint-Exupery ci regala una divertente descrizione del pianeta Terra.
Il narratore descrive al piccolo principe il pianeta Terra, abitato da re, regine, uomini d’affari e….lampionai. Proprio i lampionai di cui parla l’autore mi hanno sempre incuriosita e divertita. Si, perchè da bambina ingenuamente immaginavo come fosse possibile illuminare le città del mondo, chi decidesse quando accendere e spegnare i lampioni sparsi qua e là in giro per le strade. Ed ecco risolto il mistero! Basta leggere il Piccolo Principe e tutto diventa più chiaro.
Immaginiamo che spettacolo guardare la Terra dal cielo e vedere le minuscole lucine che si accendono e spengono!
“Il settimo pianeta fu dunque la Terra.
La Terra non è un pianeta qualsiasi! Ci si contano cento e undici re (non dimenticando, certo, i re negri), settemila geografi, novecentomila uomini d’affari, sette milioni e mezzo di ubriaconi, trecentododici milioni di vanitosi, cioè due miliardi circa di adulti.
Per darvi un’idea delle dimensioni della Terra, vi dirò che prima dell’invenzione dell’elettricità bisognava mantenere, sull’insieme di sei continenti, una vera armata di quattrocentosessantaduemila e cinquecentoundici lampionai per accendere i lampioni. Visto un po’ da lontano faceva uno splendido effetto. I movimenti di questa armata erano regolati come quelli di un balletto d’opera. Prima c’era il turno di quelli che accendevano i lampioni della Nuova Zelanda e dell’Australia. Dopo di chi, questi, avendo accesi i loro lampioni, se ne andavano a dormire. Allora entravano in scena quelli della Cina e della Siberia. Poi anch’essi se la battevano tra le quinte. Allora veniva il turno dei lampionai della Russia e delle Indie. Poi di quelli dell’Africa e dell’Europa. Poi di quelli dell’America del Sud e infine di quelli dell’America del Nord. E mai che si sbagliassero nell’ordine dell’entrata in scena. Era grandioso.
Soli, il lampionaio dell’unico lampione del Polo Nord e il confratello dell’unico lampione del Polo Sud, menavano vite oziose e noncuranti: lavoravano due volte l’anno.”