Recensione “Il sogno della crisalide” di Vanessa Montfort
Titolo: Il sogno della crisalide
Autrice: Vanessa Montfort
Pagine: 564
Editore: Feltrinelli
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Trama
Patricia e Greta si incontrano casualmente durante un volo intercontinentale partito da New York e diretto a Madrid.
Patricia, con un passato di giornalista alle spalle, è una quarantenne tutta dedita al lavoro, sempre connessa al wi-fi e con il cellulare che vibra continuamente.
Greta, boliviana, è entrata in convento poco più che bambina. A quindici anni comincia il noviziato, spinta da una vocazione religiosa che si rivelerà, di lì a qualche anno, il suo punto debole. L’esperienza in convento inizia per Greta nel peggiore dei modi e lascerà segni indelebili nella propria psiche.
Patricia e Greta sono sedute vicine a bordo dell’aereo che le porterà a Madrid. Le due cominciano a chiacchierare senza troppa convinzione da parte di Patricia e finiscono per scambiarsi i rispettivi numeri di telefono, promettendosi di ricontattarsi appena possibile.
Greta sente infatti che Patricia è la persona giusta a cui raccontare la propria storia ed è decisa a divulgare il più possibile i soprusi subiti in convento. Inizialmente Patricia sottovaluta il peso della storia di Greta, nè immagina fino in fondo ciò che la donna abbia vissuto, così accetta “l’incarico” senza pensarci due volte.
Le donne cominciano ad incontrarsi sempre più spesso e, una volta vinta la reciproca diffidenza iniziale, i racconti di Greta diventano sempre più fluidi e dettagliati, fino a diventare una vera e propria “confessione” con cui la donna cerca di liberarsi del proprio passato.
Chi sono Greta e Patricia?
Le protagoniste de “Il sogno della crisalide” sono due donne, solo all’apparenza diverse, ma intimamente vicinissime tra loro.
Patricia e Greta si lasciano alle spalle un passato fatto di soprusi, prepotenze e sopraffazioni, seppur avvenuti in contesti diversi.
Patricia è stata vittima di bullismo durante l’adolescenza e, una volta iscrittasi all’università, si getta a capofitto nello studio e ritrova fiducia in sè stessa. Laureatasi a pieni voti, incomincia una brillante carriera nel mondo del giornalismo televisivo, dove, grazie alla propria intraprendenza, effettua numerosi reportage di successo. Proprio le sue spiccate capacità scateneranno l’invidia dei colleghi, al punto tale da costringerla ad abbandonare il lavoro che ama e a dedicarsi al settore pubblicitario. La vita di Patricia è completamente assorbita dal lavoro, che le causa continui attacchi di panico, al punto da rendere necessario un ricovero in ospedale durante uno dei tanti viaggi di lavoro.
Greta a quindici anni decide di entrare in convento: la sua vocazione è talmente forte, o almeno così crede, che decide di unirsi a Dio per sempre. Ben presto Greta si rivela però insofferente alle rigide regole imposte dalla Congregazione, dove l’unico obiettivo è annientare le personalità delle novizie, educate esclusivamente alla cieca obbedienza. Il controllo e la supremazia imposta dai vertici della Congregazione si manifesta sotto molteplici aspetti, compreso quello sessuale. A Greta viene vietato di dedicarsi allo studio, di continuare l’Università, perchè solo attraverso il “controllo” si spera di annientarne la personalità ribelle.
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Cosa hanno in comune Patricia e Greta? Entrambe vogliono cambiare ciò che non va nella propria vita, ma per farlo serve tanto coraggio! Ed è così che per entrambe ha inizio un lungo processo interiore, che parte dalla consapevolezza di ciò che vogliono realmente. Le due si ritrovano sole davanti ai mostri che le sovrastano e che impediscono in tutti i modi di dare spazio alle proprie personalità.
Tra una lezione di yoga ed una seduta di psicoterapia Patricia e Greta riusciranno però a spiccare il proprio volo, esattamente come fa la crisalide dopo il lungo processo di trasformazione in farfalla!
“Tutti abbiamo almeno un’opportunità per realizzare un grande cambiamento di vita, uscire dalla nostra crisalide e rinascere in una forma più autentica, più forte e più libera”.
Il mio giudizio
“Il sogno della crisalide” ha fin da subito attirato la mia attenzione per la storia di cambiamento, di sfida e di ricerca di se stessi che Vanessa Montfort ci racconta.
Dopo un inizio dinamico ho trovato però il libro troppo lento nella narrazione dei fatti, a tratti prolisso e ripetitivo.
Il racconto di Greta entra nel vivo solo dopo molti incontri con Patricia (dopo circa 300 pagine!) e prima che ciò accada le due si ritrovano troppo spesso a ripetere gli stessi concetti, fanno continuamente viaggi a ritroso nell’infanzia di Greta, senza però andare avanti nella narrazione.
Questo romanzo mi ha affascinata solo inizialmente, ma poi non è riuscito a mantenere via la mia curiosità.
Da atea non comprendo inoltre un altro aspetto su cui l’autrice ritorna più volte. L’ex religiosa si rammarica per non aver potuto amare liberamente una consorella e ritiene ingiusto essere stata privata di ciò, laddove è noto che ai religiosi sia imposta la castità.
Non è semplice scrivere un romanzo lungo, nè tenere ferma l’attenzione del lettore per 564 pagine, ma purtroppo questo libro non mi ha convinta.