Intervista a Giulia Fagiolino, autrice del romanzo “In un battito d’ali“
Dopo il romanzo d’esordio intitolato “Quel giorno”, Giulia Fagiolino ritorna in libreria con un nuovo libro dal titolo “In un battito d’ali“.
Avvocato di professione e scrittrice per passione, Giulia Fagiolino ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2018 con la casa editrice Capponi.
Dopo aver vinto ben quattro premi internazionali, l’autrice ha regalato al suo pubblico un nuovo romanzo dal titolo “In un battito d’ali“. Edito da “L’Erudita“ – Giulio Perrone Editore, “In un battito d’ali” racconta la storia di un’Italia forte e dignitosa, che nemmeno la guerra riesce a piegare.
L’autrice di “In un battito d’ali” ha deciso di scambiare quattro chiacchiere con me e di raccontarmi qualcosa in più sul suo ultimo romanzo!
Intervista a Giulia Fagiolino
Ciao Giulia Fagiolino e benvenuta nel mio blog di recensioni Volandosuilibri! Vorrei chiederti innanzitutto da dove nasce il tuo amore per la scrittura e come concili questa passione con la tua professione di Avvocato.
“Mi piace scrivere da sempre, da quando ero bambina. Scrivere un libro è sempre stato il mio sogno, ho preso coraggio ed ho iniziato.
Il lavoro dell’Avvocato è molto simile a quello dello scrittore, perché si devono redigere molti atti e seguire un filo logico in quello che si scrive. Per me la scrittura è un hobby, mi ci dedico quando ho tempo e mi sento ispirata, quindi non mi comporta problemi in termini lavorativi”.
Quali sono gli autori e le opere letterarie che hanno lasciato un segno indelebile nella tua formazione?
“Al primo posto metto Jane Austen! Facevo il liceo quando ho letto per la prima volta “Orgoglio e Pregiudizio”, romanzo romantico per eccellenza, che è rimasto il mio libro preferito. Mi ha da subito colpito la capacità di descrivere le personalità dei personaggi, essenziali ai fini della trama e del messaggio che veicola il romanzo.
Non a caso anche nei miei libri punto molto sulla personalità e gli stati d’animo, sono elementi essenziali per avere una trama più profonda e coinvolgente e non solo una storia di superficie.
Poi mi viene in mente “Canne al vento” di Grazia Deledda, mi piace molto come descrive il paesaggio della sua Sardegna e la sensazione di impotenza dei personaggi che si ritrovano in balìa del destino proprio come delle canne al vento.
Non posso non nominare Natalia Ginzburg con “Lessico Famigliare”, la saga famigliare per eccellenza. Ho cercato di prendere spunto da lei proprio per la naturalezza dei dialoghi”.
Ho letto il tuo secondo romanzo “In un battito d’ali” tutto d’un fiato, perché mi appassionano le storie ambientate duranti gli anni della seconda guerra mondiale. Come mai hai scelto di trattare questo tema?
“Ho scelto di scrivere questo libro nel corso degli anni, perché sin da bambina ascoltavo i racconti della mia famiglia ambientati durante la seconda guerra mondiale.
Alcuni personaggi sono reali, altri inventati ed è caratterizzato dal binomio realtà/fantasia. I fatti sono accaduti in varie zone della Toscana e Umbria, ho poi scelto di ambientare tutto sotto la linea Gotica intorno Pontassieve, perché mio nonno materno era di quella zona e lì era anche molto forte la lotta partigiana”.
Ci racconti il percorso emotivo, di studio e di ricerca che ti ha portato alla stesura di “In un battito d’ali”?
“Quando scrivo per me è fondamentale immedesimarmi il più possibile nei personaggi, altrimenti si avrebbe un romanzo solo di superficie. La parte più difficile del romanzo è stata proprio questa, ci sono tanti personaggi, ognuno con la sua personalità, tante vite che si intrecciano tra di loro.
Devo dire che il personaggio di Agnese, più di tutti, mi ha provato mentre lo scrivevo. Ho cercato di vivere con lei dolori e preoccupazioni , stati d’animo che ti porti dentro per tutta la stesura del libro.
Ho fatto anche molta ricerca storica sia a livello nazionale che locale. Un libro che è stato molto importante è “Storia e storiografia” di Antonio Desideri che avevo come Professore al liceo classico. Infine ho fatto anche ricerche di tipo socio-culturale per capire come vivevano i contadini toscani negli anni ’30.
Ma devo dire che lo studio della storia mi piace molto, perciò non mi ha pesato fare tutto questo lavoro di approfondimento”.
Quanto c’è di autobiografico nel tuo romanzo? C’è qualche personaggio che rispecchia la tua personalità?
“Mi rivedo un po’ in Ginevra per la sua testardaggine e nel prendere le cose di punta, anche se al suo posto non avrei rischiato la vita per amore. Si tratta di un colpo di testa giustificato anche dalla sua giovane età, ma in ogni caso speravo che fosse Giulio a combattere e a dimostrare il suo vero interesse“.
I personaggi femminili Agnese e Ginevra, con le loro scelte, le loro paure ed emozioni, dominano il tuo romanzo. Cosa c’è dietro questa scelta?
“Agnese e Ginevra, madre e figlia, sono diverse ma fondamentalmente uguali.
La prima è una donna matura l’altra una ragazzina, ma hanno in comune la voglia di lottare e di non arrendersi, hanno momenti di debolezza ai quali reagiscono con forza, non rimangono inermi al susseguirsi degli eventi, nè in balìa del destino. È un po’ come se fossero due facce della stessa medaglia.
Nei miei romanzi dominano personalità capaci di superare i momenti difficili, fa parte anche del messaggio che voglio veicolare.
“In un battito d’ali” è ambientato durante la seconda guerra mondiale e per questo ho voluto focalizzarmi sul ruolo importante che hanno avuto le donne durante questo periodo: nonostante gli eventi, la lontananza dai mariti, fidanzati o figli le donne non hanno smesso di lottare quotidianamente, lavorando per costruire un futuro migliore“.
Quale messaggio intendi trasmettere a coloro che leggeranno “In un battito d’ali”?
” Il mio romanzo è la metafora della vita: dopo tanta sofferenza si può ricominciare a vivere velocemente proprio come il battere delle ali, non a caso è l’espressione che ho utilizzato verso la fine del libro ed è anche un po’ la chiave di volta di tutta la trama.
I miei romanzi li definisco catartici proprio perché veicolano un messaggio di speranza. Mi hanno fatto notare che ci sono delle similitudini con il periodo storico attuale e ripensandoci è vero: si avverte spesso una sensazione di impotenza e di essere in balìa degli eventi.
Ritengo che “Historia magistra vitae”, la storia sia maestra di vita, solo conoscendola possiamo essere più consapevoli nell’affrontare il presente e non brancolare nel buio”.
In questo momento quale libro c’è sul tuo comodino?
“Ho da poco iniziato a leggere un’altra saga familiare intitolata “I leoni di Sicilia” di Stefania Auci.
Prossimi progetti letterari?
“Ancora non ho iniziato un nuovo romanzo, devo ancora decidere la tematica. Non escludo che possa trattarsi nuovamente di un romanzo storico, ma preferisco prendermi un periodo di pausa per rigenerare le idee e decidere!”.
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