Tina Taliercio, l’Isola verde e “La leggenda di Nitrodi”
“La leggenda di Nitrodi“, della casa editrice “Divergenze“, è l’opera prima di Tina Taliercio, scrittrice campana come me, innamorata della sua terra, l’isola di Ischia e delle leggende ancestrali che essa ancora oggi tramanda.
Nel suo romanzo l’autrice intreccia la storia di Lisa con la leggenda della fonte di Nitrodi, acque sacre alle Ninfe, capaci di donare bellezza e fecondità alle donne che vi si recano.
Tina Taliercio ha accettato di rispondere ad una mia intervista e di raccontarci qualcosa in più sul suo romanzo e sulla sua vita di scrittrice.
Intervista a Tina Taliercio
Buongiorno Sig.ra Tina Taliercio e grazie per aver accettato scambiare quattro chiacchiere con me ed i lettori del mio blog! Vorrei chiederle, innanzitutto, se “La leggenda di Nitrodi” è il primo libro che scrive e quale percorso l’ha condotta alla stesura di questo romanzo.
Buongiorno a lei, Francesca Fiorino. Sono io a ringraziarla sia per la sua coinvolgente recensione che per questa intervista.
In realtà “La leggenda di Nitrodi” non è la mia prima opera. Quando avevo 18 anni scrissi il mio primo racconto, “L’altra verità”, che non ebbi il coraggio di far leggere a nessuno.
Sono poi trascorsi tanti anni, in cui ho studiato per diventare traduttrice, ma ho sempre amato profondamente la lettura e la scrittura.
Anni fa, le vicende della vita mi hanno spronata a scrivere un lungo romanzo. Molte case editrici, pur evidenziando la qualità dell’opera, hanno rilevato che il romanzo era troppo lungo e perciò avrebbe avuto un costo di copertina troppo elevato.
Finché un giorno sono stata contattata dal mio attuale editore che mi propose di scrivere un nuovo romanzo, agile e coinvolgente. Interdetta, gli domandai «Ma dove la prendo l’ispirazione per una nuova storia?». E lui: «Hai intorno a te una terra ricca di suggestioni naturalistiche, culturali e storiche, ti basterà guardarti intorno. Sono sicuro che ci riuscirai».
Dopo appena 3 giorni avevo stilato la sinossi de “La leggenda di Nitrodi”, che ha approvato in sole 24 ore. Sono partita subito con la scrittura e dopo circa 3 mesi il romanzo era pronto!
Che rapporto ha con la scrittura?
È un rapporto che definirei primordiale, che mi accompagna da sempre e che ho vissuto mediante la traduzione, gli articoli giornalistici (che ho pubblicato su quotidiani locali e in alcuni casi nazionali) e la redazione di testi inediti per il web.
Approdare alla pubblicazione del libro è stato per me un traguardo naturale, sebbene ritenga che di strada da fare ce ne sia ancora tanta!
Quali opere letterarie hanno influenzato la sua formazione di scrittrice?
Sono davvero tante! Tra le prime, quelle della mia gioventù, ci sono state quelle di Primo Levi, Alba de Cespedes, Franz Kafka, Oscar Wilde. Poi, nel tempo, Italo Calvino, Andrea Camilleri, Gianrico Carofiglio, Maurizio de Giovanni, Irvin Yalom, Khaled Hosseini, Charles Bukowski, Alda Merini, Ray Bradbury.
Alla narrativa affianco anche la saggistica in ambito psicologico e psichiatrico: Milton Erickson, Paul Watzlawick, Aldo Carotenuto, Oliver Sacks e Gianrico Carofiglio sono tra gli autori che apprezzo di più.
Naturalmente sarebbe impossibile elencarli tutti!
Quanto c’è di autobiografico nel personaggio di Lisa?
Penso sia onesto riconoscere che nei personaggi di un autore c’è spesso una parte di sé, anche se alcuni scrittori non la pensano così. Nel mio caso, cerco di tenere a bada l’istintiva presenza del mio modo di sentire all’interno di un testo narrativo.
In diversi punti de “La leggenda di Nitrodi” mi ero accorta di aver modellato certe azioni e reazioni di Lisa sulla mia personalità, che però non corrispondeva alla sua. Fortunatamente sono riuscita a “staccarmi” da me ed ad immedesimarmi nella mia protagonista, modificando alcuni passaggi fondamentali della storia.
Lisa è una psicologa italo-canadese desiderosa di conoscere le origini della propria famiglia. Secondo lei, come mai in alcuni individui è forte il desiderio di conoscere le proprie origini e quanto queste “scoperte” rischiano di influenzare le scelte future?
Penso che l’identità di ognuno di noi si fondi anche sulle proprie origini. Per chi le conosce, l’esigenza non nasce, bensì le si considerano parte integrante del proprio modo di essere, a cui poi si aggiungono le esperienze di vita. Chi invece ne è all’oscuro avverte l’assenza di un tassello importante e anche un legame che, pur essendo sin lì sconosciuto, esiste nel proprio DNA.
L’influenza sulle scelte future c’è indubbiamente, sia nel caso in cui si conoscano le proprie origini che nel caso in cui questo si riveli impossibile. In un senso o nell’altro, il risultato si ripercuote sull’individuo in forma di presenza o assenza significativa.
Lisa non è l’unica protagonista de “La leggenda di Nitrodi”, perché da una lettura più attenta emerge che il vero “protagonista” del romanzo è l’intero universo femminile. Cosa c’è dietro questa scelta?
Una domanda molto profonda, di cui la ringrazio.
L’universo femminile è sempre stato al centro delle mie letture, dei miei studi e delle mie scelte. Pensi che entrambe le mie tesi (per la lingua tedesca e per quella inglese) si sono basate su testi dedicati all’universo femminile.
L’universo femminile è da sempre inquinato dalla violenza di genere, oggi oggetto di letteratura, dibattiti e battaglie ben lungi dall’essere ad un punto d’arrivo.
Da circa 20 anni le Nazioni Unite hanno istituito la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, fissata al 25 novembre. Passi in avanti sono stati fatti, ma la strada è ancora lunga, anche perché passa non solo per le violazioni fisiche, fino alla forma estrema del femminicidio, ma anche per le violazioni psicologiche, altrettanto gravi ma più difficili da individuare, dimostrare e arginare.
Non è stata perciò casuale la scelta di inserire questo tema nel mio romanzo: la nonna della protagonista vive sulla propria pelle la violenza del padre, che la condizionerà al punto da costringerla ad una scelta estrema, di cui pagherà il prezzo emotivo e affettivo per tutta la vita.
Dalle pagine del suo romanzo emerge una descrizione perfetta dei luoghi incantati che l’isola di Ischia offre. Ci parli del rapporto che la lega alla sua terra d’origine.
Un rapporto tormentato per lungo tempo!
Ci ho messo anni per risolverlo e mi hanno aiutato molto le esperienze fuori dall’isola e dall’Italia: per tanto tempo avevo sentito Ischia come soffocante e limitante rispetto alle mie aspirazioni e alla mia visione del mondo.
Grazie ai tanti viaggi, anche in destinazioni lontane, ho capito quanta qualità di vita offra la mia terra, maturando maggior tolleranza verso i suoi difetti.
È occorso tempo e maturità per comprendere che Ischia racchiude tanta bellezza, non solo a livello naturalistico, ma anche storico e culturale.
Quale messaggio spera di trasmettere a coloro che leggeranno “La leggenda di Nitrodi” ed a quale pubblico crede sia rivolto principalmente questo libro?
Il mio desiderio è quello di trasmettere più messaggi.
Il più evidente è l’amore per la mia terra, che include Napoli e tutto il meridione d’Italia.
Poi c’è il messaggio legato alla condizione femminile ed alle limitazioni massicce che gli abusi e le violenze, anche psicologiche, provocano sulla nostra esistenza. La consapevolezza di tutto questo è un dovere non solo per gli uomini, ma anche per le donne, troppo spesso ancorate a presunti ideali d’amore e di conseguenza tese a sopportare e nascondere, se non addirittura a non riconoscere la cosiddetta manipolazione affettiva.
Ci tenevo però anche a sensibilizzare il lettore sul tema dell’emigrazione, una scelta pregna di rinunce e sofferenze, nel tentativo di integrarsi in ambienti sociali estranei, pur di sperare in un futuro migliore.
Oggi più attuale che mai, se pensiamo che ciò che siamo stati un tempo, oggi lo vivono altri popoli, che spesso si scontrano con la nostra memoria corta e con l’incapacità d’immedesimazione, che pure dovrebbe appartenerci, se non altro per i nostri vissuti.
Infine, desideravo porre l’attenzione sul rapporto di coppia, che può rivelarsi tanto tenace e duraturo, quanto fragile e precario. Perché l’amore è quanto di più inafferrabile e misterioso possa esserci al mondo.
Il mio libro si rivolge ad un pubblico trasversale, a fasce di età e di cultura molto eterogenee. C’è chi coglie maggiormente un aspetto e chi invece mostra maggior attenzione ad un altro.
Come dice il mio editore, ho condensato in un centinaio di pagine tanti livelli di lettura, che si colgono differentemente a seconda della propria sensibilità.
In questo momento quale libro c’è sul suo comodino?
Confesso di avere la “perversione” di leggere più libri contemporaneamente!
Sto completando “La tentazione di essere felici” di Lorenzo Marone, ho già iniziato “Il problema Spinoza” di Irvin Yalom, il tutto alternato a “Uno, nessuno e centomila” di Luigi Pirandello.
Prossimi progetti letterari?
Ho già completato il seguito de “La leggenda di Nitrodi”, che molti lettori mi hanno richiesto a gran voce.
Attualmente è in fase di revisione, ma non so ancora quando sarà pubblicato, a causa della difficile situazione attuale causata dalla pandemia. In ogni caso il volume sarà molto più grande del primo, giacché la storia si arricchisce di nuovi personaggi e si sviluppa in più direzioni, con risvolti drammatici e imprevedibili.
Accanto a questo, durante il lockdown primaverile ho ideato una nuova storia, di cui ho cominciato subito la scrittura. In questo mio nuovo romanzo c’è un nucleo centrale a sfondo sociale, civile e culturale di forte impatto, intorno a cui si sviluppa una storia intrisa di sofferenza ed ostacoli, ma anche attraversata dal coraggio e dalla determinazione che nascono dal credere fino in fondo a valori fondanti, ineludibili.
Clicca qui per leggere la recensione di “La leggenda di Nitrodi”!
Per conoscere meglio la storia della Fonte delle Ninfe Nitrodi cliccate il seguente link!
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