“L’amore malato”
Amelie Cordonnier
Titolo: L’amore malato
Autrice: Amelie Cordonnier
Editore: Gremese
Pag: 172
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Grazie alla Casa editrice Gremese, che me lo ha segnalato, ho avuto l’onore di leggere il romanzo d’esordio della giornalista francese Amelie Cordonnier, dal titolo “L’amore malato”.
Pubblicato per la prima volta in Francia nel 2018 con il titolo “Trancher“, questo romanzo ha da subito riscosso ampio successo in Francia ma anche in Italia, vista l’importanza del tema trattato dall’autrice: la violenza domestica.
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LA TRAMA
Protagonista di “L’amore malato” è una famiglia come tante, con due figli, il lavoro, le vacanze e le feste con gli amici. Una famiglia che però, dietro un’apparente normalità, nasconde un’infelicità visibile solo ai più attenti.
Aurelien e sua moglie sono insieme da più di dieci anni. La loro storia si incrina la prima volta dopo qualche anno, quando Aurelien inizia ad insultare violentemente sua moglie. Insulti, offese, ingiurie continue che portano la donna ad una profonda depressione e a decidere di troncare la relazione con suo marito. Aurelien promette però di cambiare, inizia un percorso di psicoterapia finalizzato ad imparare a gestire la rabbia che prova, nasce una seconda bambina e così la storia tra i due continua.
Ma la “tregua” dura solo sette anni.
“È ricominciato senza preavviso. Era uno di quei fine settimana che ti piacciono tanto. Avevate deciso di passarlo tutti e quattro a Cabourg, nella casetta ereditata da Josette, la nonna di Aurelien…“
Sono queste le parole che Amelie Cordonnier sceglie per iniziare il suo drammatico racconto, per dar voce ad una donna privata della sua dignità, offesa nella sua identità di donna e madre.
La protagonista, con sconcertante razionalità, sceglie di annotare nelle Note del suo smartphone tutti gli insulti ricevuti da suo marito, senza censure, senza mezzi termini, fa un elenco esaustivo e fedele di oscenità che, nei momenti di rabbia più vile, Aurelien le vomita addosso.
A questo punto scegliere se restare o andar via è d’obbligo. La donna compirà quaranta anni dopo qualche mese e decide che entro quella data metterà fine alla relazione tossica che trascina da quasi quindici anni.
RECENSIONE DI “L’AMORE MALATO”
La violenza verbale è meno dolorosa rispetto a quella fisica solo perchè non lascia lividi o segni apparenti? È questo l’interrogativo che l’autrice di questo breve ma intenso romanzo intende porci, dando risalto a quello che definirei il lato meno noto della violenza domestica, cioè la violenza verbale.
“Dall’episodio delle briciole, le sue parole ti percuotono. Ti scuoiano e ti umiliano. Non alza le mani, ma dalla sua bocca piovono ceffoni. Ed ogni volta è uno schiaffo al cuore“.
Troppo spesso si è portati a pensare che le offese o un linguaggio scurrile possano essere espressione di tensione o di rabbia incontrollata, con ciò sminuendo la reale portata del fenomeno. Credo sia troppo facile considerare solo le percosse fisiche come atti di violenza domestica e Amelie Cordonnier riesce a dimostrarcelo con il suo romanzo.
L’autrice dà voce ad una violenza subdola, silenziosa perchè non evidente all’esterno e, da donna, spero che questo libro infonda la consapevolezza che anche la violenza verbale lascia segni indelebili nell’animo di chi la subisce.
Come in un diario la protagonista ci confessa senza filtri ciò che subisce da chi dice di amarla, racconta come i suoi figli percepiscono le offese che il padre rivolge alla madre e come tutto ciò si riflette su di loro, future generazioni che già mostrano i primi segni di influenze da tali violenze.
Il ritmo della narrazione è incalzante, veloce e lascia il lettore senza fiato per i toni realisti e diretti utilizzati.
“L’amore malato” non è un libro ameno, per il linguaggio crudo di cui l’autrice si serve e naturalmente per le tematiche trattate. Seppur diretto ad un pubblico consapevole e sensibile al tema della violenza domestica, consiglio di leggere questo romanzo a chiunque volesse, anche solo per qualche ora, provare ad immedesimarsi nei panni di una donna prigioniera all’interno di quello che dovrebbe essere il proprio “nido”.
“L’amore malato” è destinato ad essere letto da adolescenti, adulti, uomini, donne e merita, a mio giudizio, la più ampia diffusione possibile. Perchè solo conoscendo il dramma della violenza femminile e provando, seppur in maniera solo indiretta, ad immedesimarsi in tali realtà, possiamo sognare che un giorno nessuna donna resti più vittima di violenza.
La manipolazione affettiva è un cancro che distrugge psicologicamente, e di frequente fisicamente. Nei casi estremi porta la donna al suicidio, in seguito alla lunga depressione instillata goccia a goccia dal veleno di colui che dichiara di amarla. I figli subiscono conseguenze atroci, che si portano dentro per la vita. Se non si riesce a spezzare il circolo vizioso in cui il manipolatore costringe e stringe sempre più la donna, l’epilogo è sempre drammatico. Il 25 novembre si celebra la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne: facciamo in modo di diffondere quanto più possibile il messaggio, rendiamo consapevoli le vittime di questo giogo crudele, spesso obnubilate dalla valanga di abusi che subiscono e illuse che il loro uomo cambierà. Il narcisista patologico, che si cela sempre dietro tali violenze, non cambierà MAI.
Parole sagge Tina Taliercio! Ho letto e recensito questo libro, ne ho parlato sulla mia pagina Facebook ed Instagram, proprio perchè spero che diffusione diventi sinonimo di consapevolezza.
“L’amore malato” non è una lettura amena nè rilassante, ma va letto! Dagli uomini e dalle donne, giovani o anziani, non fa differenza. L’importante è educare al rispetto di sè e degli altri.