Titolo: Nata per te
Autori: Luca Mercadante e Luca Trapanese
Pagine: 157
Editore: Einaudi
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Trama di “Nata per te”
Quando Alba viene affidata a Luca Trapanese dal Tribunale di Napoli ha solo un mese di vita. La sua mamma ha deciso di darla in adozione, lasciandola nell’ospedale in cui l’ha partorita.
Trenta famiglie “tradizionali” l’hanno rifiutata, prima che il Tribunale di Napoli decidesse di affidarla a Luca Trapanese, gay, cattolico e single.
“Nata per te” è la storia di Alba e del suo papà Luca, da sempre impegnato nel sociale all’estero e nella sua Napoli, dove ha fondato l’Associazione “A ruota libera”, punto di riferimento per famiglie disagiate, minori a rischio e disabili.
Recensione
Ho deciso di leggere “Nata per te” dopo aver letto la storia di Luca e Alba Trapanese su diversi quotidiani.
Il libro è scritto a “quattro mani” da Luca Trapanese insieme al giornalista Luca Mercadante.
Luca Trapanese è cattolico praticante e contrario all’aborto, mentre l’altro “Luca” è ateo, favorevole all’interruzione di gravidanza e convinto che la Sindrome di Down sia una vera e propria “malattia”.
Proprio tali differenze di vedute rendono il libro a mio parere interessante, in quanto ci si imbatte in continui dibattiti e scambi di opinioni tra i due autori, da cui emergono i diversi punti di vista.
Luca, primo italiano ad aver inaugurato il registro speciale per le adozioni affidate ai single, decide di adottare Alba, bambina portatrice di Trisomia 21. Nel libro gli autori precisano che tale scelta non è stata motivata da intenti caritatevoli: a muovere Luca è stato semplicemente il desiderio puro e disinteressato di creare una famiglia.
Il desiderio di “creare” una famiglia spinge Luca, all’atto della compilazione del modulo in cui si dichiara disponibile ad adottare un minore, ad accettare bambini affetti da qualsiasi tipo di patologia, ritardo mentale o altre disabilità (“I si sono tutti spuntati” dice Luca riferendosi al modulo compilato presso il Tribunale dei minori).
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Interessante il paragone che Luca Trapanese fa tra Alba e il piccolo Andrea (figlio di Mercadante) che insieme pedalano sulle loro biciclette, con cui evidenzia che il vero problema di chi è affetto da disabilità sta nei pregiudizi di chi li circonda: “Andrea avrà ormai imparato ad andare senza rotelle, Alba le rotelle non le toglierà mai. Sull’asfalto Andrea sicuramente avrà la meglio. Ma nella sabbia tuo figlio rimarrà insabbiato, mentre Alba (con le rotelle) riuscirà a stargli dietro per un po’. […] La vera differenza tra Alba e Andrea non sarà il diverso quoziente intellettivo, ma che la maggioranza delle strade sono fatte per la bicicletta di tuo figlio. Alba non è vittima della disabilità, ma della nostra apartheid“.
Da ultimo è da ricordare la commovente e toccante “lettera” che Luca Trapanese scrive alla mamma biologica di Alba, con cui si conclude questo bellissimo libro.