Intervista all’autore emergente Alessandro Di Domizio, autore del libro “Io+Kiara“
Alessandro Di Domizio è l’autore del romanzo “Io+Kiara“.
Il disagio giovanile, i disturbi psichiatrici, l’incomprensione tra genitori e figli. Questi e molti altri sono gli argomenti affrontati dallo scrittore Alessandro Di Domizio nel suo primo romanzo, autopubblicato su Amazon nel 2020.
Un libro che si rivolge non soltanto agli adolescenti che ne sono i protagonisti, ma soprattutto a chi con quei ragazzi si relaziona ogni giorno. Con un linguaggio graffiante e spigoloso l’autore racconta i disagi della giovane protagonista e allo stesso tempo la sua voglia di riprendersi in mano la propria vita.
Leggiamo insieme cosa ci racconta Alessandro Di Domizio sul suo libro!
Ciao Alessandro Di Domizio e benvenuto nel mio blog di recensioni Volandosuilibri!
Vorrei chiederti, per prima cosa, come mai un artista poliedrico come te – sei scrittore, musicista e fotografo – ha deciso di dedicarsi anche alla scrittura?
“Ho sempre visto l’arte come un “possibile” lavoro e mi sono dedicato anima e corpo al raggiungimento degli obiettivi che mi ero posto.
Con la scrittura è un’altra cosa. Quando scrivo non mi sento un’artista, quando scrivo mi libero da qualsiasi etichetta, mi sento libero di indossare vite che non mi appartengono e storie che non ho mai vissuto. La scrittura va oltre tutto quello che sogno. La scrittura è “il sogno” per eccellenza“.
Prima di stabilirti a Pescara hai vissuto a Londra, Madrid e in altre città italiane. Ci racconti cosa hai portato con te dai posti in cui hai vissuto e quanto queste esperienze confluiscono nei tuoi lavori ?
“Ogni luogo che ho vissuto, respirato e attraversato mi ha lasciato sempre una storia da raccontare, a me stesso intendo.
Ho sempre pensato che i viaggi fossero dei validi motivi di discussione, in realtà sono il primo passo per mettere in discussione se stessi. Sono l’inizio di un viaggio che parte all’interno di noi stessi e la cosa bella è che non muore mai, continua a vivere dentro di noi”.
“Io+Kiara” è il tuo primo romanzo. Nel tuo libro affronti tematiche complesse, quali il disagio adolescenziale, le malattie mentali e la ribellione verso una società spesso cieca verso i bisogni dei più fragili. Cosa ti ha spinto a scrivere “Io+Kiara” ?
“Quando ho iniziato scrivere “Io+Kiara” volevo semplicemente provare ad immaginare delle sensazioni che non mi appartenevano, non in maniera diretta per lo meno.
Quindi il viaggio si è scritto da solo dal momento in cui ho cominciato a sentire che quel mondo, così distante da me, mi stava “insegnando” qualcosa.
Diciamo che con i libri riesco a volare in tutti quei luoghi che il corpo non mi permette di visitare”.
Nella recensione che ho pubblicato sul mio blog ho scritto che il tuo romanzo andrebbe letto principalmente dagli adulti che con gli adolescenti si interfacciano. Sei d’accordo?
“Questa è una lettura che non avevo preventivato. Non mi ero prefissato un target di età specifico, però devo dire che con la vostra recensione ho spostato la mia attenzione verso un pubblico che sicuramente riuscirebbe a “leggere” determinate sfumature in maniera del tutto naturale.
Diciamo che il mio romanzo è consigliato alla parte giovane che ognuno di noi mantiene dentro, quella che, in fin dei conti, non smetteremo mai di conoscere”.
Leggendo il tuo libro mi ha colpito molto la sensibilità con cui affronti tematiche care a noi donne, capacità non scontata per un uomo. Come sei riuscito a trasmettere, almeno a me, questa sensazione?
“Sono cresciuto in una famiglia del tutto “femminile” e mi ha sempre affascinato l’universo che ruota intorno alla figura di Venere.
Credo che all’interno della coscienza femminile siano racchiuse delle verità profonde come il mare. Io ho sempre avuto paura dell’acqua alta, ma appena posso vado in spiaggia e osservo il movimento delle onde. Ecco, con il libro ho usato lo stesso tipo di spinta: cerco sempre di scrivere parlando di qualcosa che non conosco, solo in questa maniera riesco a sentire sempre quella “paura dell’acqua alta” che mi tiene vivo”.
Ci spiegheresti meglio chi è davvero la Kiara che dà il titolo al tuo romanzo?
“Non posso spiegare troppo, altrimenti rischierei uno spoileraggio inconsapevole!
Posso però dire che Kiara e quella voce che parla dentro di noi quando stiamo zitti a scuola, quando vorremmo mandare a quel paese qualcuno o semplicemente quando ci sentiamo gli ultimi della fila. Kiara è la libertà nel vero senso della parola, è quell’istante in cui perdi l’equilibrio e senti di averne uno tutto tuo per la prima volta“.
Quali scrittori hanno influenzato la stesura del tuo romanzo?
“Non credo di essere stato influenzato da qualche autore in particolare, ma posso dirvi tranquillamente quali cantanti ho ascoltato mentre scrivevo il libro. La mia colonna sonora è stata palesemente presa d’assalto dai Verdena e da numerose sfumature che girano intorno alla musica italiana degli anni novanta”.
In questo momento quale libro c’è sul tuo comodino?
“Ho appena terminato l’ultimo libro di Claudia Venuti “Ho trovato un cuore a terra ma non era il mio”, sto per iniziare Dracula di Bram Stoker e ho una serie infinita di Serie Tv da vedere! Per fortuna l’inverno è ancora lungo e io non ho finito di imparare”.
Prossimi progetti artistici?
“Cercherò di mettere insieme pezzi di vite che non mi appartengono per costruire una nuova storia, un romanzo che non parli di me, ma che parli “con me”.
Non sono più così giovane, ma ho ancora bisogno di “nuove” lezioni di vita, e l’unico modo che conosco per “cercarle” è quello di viaggiare, con la penna intendo“.
Clicca qui per leggere la recensione completa di “Io+Kiara”!