Intervista allo scrittore Richard Eugen Unterrichter, autore di “Amore, niente è perfetto e sono felice”
Da qualche giorno ho finito di leggere “Amore, niente è perfetto ma sono felice”, dello scrittore altoatesino Richard Eugen Unterrichter. Un romanzo breve ma intenso, di quelli che ti emozionano dalla prima all’ultima pagina, ma che una volta terminati, ti mancano da morire!
La storia è delle più semplici: un uomo ed una donna, marito e moglie, che vivono una quotidianità fatta di piccoli gesti che descrivono un amore puro, pieno ma mai soffocante. L’autore, con un linguaggio fluido e con parole scelte con la giusta cura, ci parla di una coppia apparentemente come tante, dove il vero protagonista è l’Amore. E lo fa senza mai diventare banale. Dalle sue parole emerge una sensibilità nell’interpretare i sentimenti umani davvero fuori dal comune.
Chi è Richard Eugen Unterrichter?
Classe 1978, Richard Eugen Unterrichter nasce a Vipiteno, ma esigenze familiari lo portano a vivere la propria infanzia tra le montagne verdi dell’Alto Adige, Verona e Trento. Attualmente vive nella cittadina di Mori, a pochi chilometri da Trento, dove svolge la professione di psicologo-psicoterapeuta.
Richard Eugen Unterrichter si approccia all’editoria con due manuali di psicologia: il primo pubblicato da Carocci nel 2015 ed il secondo da Cleup nel 2017. Nel 2020 pubblica “Amore, niente è perfetto e sono felice”.
Una chiacchierata con l’autore…
Buongiorno Sig. Richard Eugen Unterrichter e grazie di aver accettato di scambiare uattro chiacchiere con me! Vorrei chiederle innanzitutto come riesce a conciliare la professione di psicologo con quella di scrittore.
Scrivere mi riempie i momenti più disparati: può essere un attimo in studio, oppure il sabato o la domenica, come uno spazio della giornata o della notte. Il lavoro da psicologo-psicoterapeuta, differentemente da come lo si immagina spesso, non è fatto solo di colloqui: c’è moltissimo dietro, ma in caso di emergenza da iper produzione letteraria posso organizzarlo anche per dare un po’ più spazio alla scrittura.
“Amore, niente è perfetto e sono felice” è il suo primo testo di narrativa. Come è nata l’idea di scrivere questo libro?
Io non sono un artista: non so dipingere, né scolpire e neppure comporre canzoni o testi come i grandi, ma nella vita mi capita di farlo per esprimermi, e lo faccio nel modo che sono capace. Fino ad ora sono sempre stati bigliettini, lettere, storie che ho sempre tenuto privati però. Anche questo libro non è nato da un’idea o un’intuizione, piuttosto da un mio bisogno di esprimere quello che provo. E’ un atto di verità che sento e in cui credo profondamente.
La sua professione si basa sull’ascolto delle persone. Nei protagonisti del suo libro ha riportato aspetti delle personalità dei suoi pazienti o esperienze vissute dagli stessi?
La ringrazio per la lucidità con cui sa sintetizzare il lavoro che faccio, infatti è proprio l’ascolto uno degli strumenti fondamentali della professione che, in modo figo, lo si definisce “ascolto empatico”.
Rispetto alla Sua domanda posso dirLe che quando scrivo non metto mai parti delle persone che vedo per lavoro, per me è inviolabile il patto di riservatezza che ho con chi mi offre la fiducia nel confidarmi le parti più intime, per questo è, parafrasando un detto famoso, “tutta farina del mio cuore”.
Il protagonista principale del suo libro è l’Amore. Cosa spinge l’essere umano ad innamorarsi?
L’autorealizzazione. Mi scusi se le posso sembrare supponente, ma ne sono profondamente convinto!
Il principio definito da Erich Fromm: “l’amore maturo dice: ho bisogno di te perché ti amo” credo sia vero e lo condivido e difendo. Per questo credo che il principio regolatore della vita di ogni persona che voglia essere felice non possa essere che il bisogno d’amare ed essere amati in tutte le sue forme.
Per quanto riguarda la coppia, la sento e la concepisco come formata da due partners intelligenti e sensibili, due personalità separate che non si rispecchiano, ma grazie all’altra si riconoscono, definiscono e realizzano proprio nella coppia che generano. In poche parole, non è forse vero che si dice: “L’amore ci rende migliori”? E’ proprio così, perché ci fa fare con gioia cose che rendono felice l’altro.
Le è mai capitato di provare un sentimento forte come quello che lega i personaggi del suo libro?
Oh, sì, certo! Tra quello che sente il protagonista narrante e me non saprei trovare differenze. E’ l’amore come lo sento e vivo io e magari in forme un po’ diverse, sebbene meno articolate, come l’ho visto e conosciuto anche in altre persone e coppie.
Quali sono le opere letterarie che hanno lasciato un segno indelebile nella sua formazione?
E’ una domanda molto difficile perché avrei un elenco credo troppo lungo per non diventare noioso.
Vorrei però citare “Il capitan Fracassa” di Thèophile Gautier che lessi da ragazzetto in un’affascinante, vecchia e ingiallita edizione tascabile della Rizzoli del 1956. Questo libro mi piacque molto perché mi sottolineò l’importanza di lottare nella vita e credere nella giustizia che è sempre a discapito dei boriosi. Adoro poi il finale quando, riferendosi ad Isabella e dopo aver ritrovato il tesoro perduto, il protagonista dice: “… voi mi recate la felicità”. Poi devo citare i componimenti d’amore per Lesbia di Catullo per la raffinatezza della poesia e che, per contrasto, m’ha insegnato a definire meglio il mio concetto d’amore che per me non è tormentato e sofferto, ma dolcissimo e appagante. Non posso poi non citare: “Jane Eyre” di C. Bronte per me altissimo esempio dell’amore che offre senza chiedere e salva. Poi “Il principe felice” di Oscar Wilde.
In questo momento quale libro c’è sul suo comodino?
Oblomov di Ivan Aleksandrovič Gončarov. Lo consiglio, anche se mi mancano le ultime pagine, perché mi sembra offra anche ottimi spunti per la condizione umana che stiamo vivendo.
Quale messaggio intende rivolgere a coloro che leggeranno “Amore, niente è perfetto e sono felice”?
Che l’amore unico, quello vero esiste, che è un legame che amplifica e nutre l’individualità offrendo la felicità. Vorrei riuscire a trasmettere poi un’idea di coppia in cui l’individuo non si perde, ma si riconosce e quello di famiglia che non lega, ma nutre e solleva, protegge e cura.
Libro cartaceo o eBook?
Io ho un attaccamento romantico per i libri che leggo per piacere sui quali sottolineo, commento e segno le emozioni che m’accendono e le idee che mi suggeriscono. Mi piace poi vederli sulla libreria, trovarli sui mobili di casa e prestarli alle persone per me importanti, per questo preferisco il libro cartaceo. L’ eBook per me è una scoperta recente che comunque credo possa essere una valida alternativa al cartaceo.
Prossimi progetti letterari?
Come Le confessavo non ho scritto questo libro su un progetto, così mi riservo, nella spirale d’un dubbio, il grosso limite di pensare ad un eventuale altro libro nel caso mi venga al cuore.
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